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LA PANDEMIA INFORMATICA NON SI FERMA
Non esiste un vaccino per le aziende: serve un approccio integrato di tecnologie e misure organizzative.
La pandemia da Coronavirus ha colpito ogni aspetto della nostra vita, mutando profondamente il modo di vivere e lavorare. Una crisi improvvisa che ci ha costretto ad agire velocemente, talvolta sottovalutando alcuni aspetti: uno di questi è la sicurezza informatica.
Con la continua crescita dei sistemi informatici (computer, reti di telecomunicazione, tablet, smartphone, e reti di dispositivi IoT) sentiamo parlare sempre più di The Cyber pandemical fine di proteggerci da attacchi esterni ma soprattutto identificare e prevenire quelle minacce interne alla propria rete.
NUOVE SFIDE
La rivoluzione digitale e le tecnologie 4.0 pongono nuove sfide sul fronte della cyber security. In uno scenario in continua evoluzione, il miglior proposito da adottare è sicuramente quello di acquisire maggiore consapevolezza dei rischi che possono insediarsi anche dove non immaginiamo, e delle best practices da attuare per evitarli.
Quello che serve è un vero e proprio cambiamento in chiave digital. Siamo passati da problemi analogici a rischi cyber nel giro di pochi anni.
Dobbiamo ricordare che ogni volta che viene introdotta una nuova tecnologia nella quotidianità di aziende e persone, vengono create nuove possibilità per il cyber crime.
Una delle sfide principali da affrontare riguardo la cyber security è fare in modo che l’ecosistema digitale si possa evolvere con il vantaggio di essere sfruttato più velocemente da chi difende, e non da chi attacca.
“CYBER TRENDS” NEL 2020
Nel 2020 il settore della sicurezza informatica non ha mostrato un quadro molto confortante.
L’anno della pandemia ha infatti registrato un rapido aumento della sofisticatezza degli attacchi informatici, con tecniche che rendono sempre più complessa la difesa e mettono in pericolo anche gli utenti più esperti.
Il 46% di tutte le piccole-medie imprese è stato bersaglio di un attacco ransomware, con un incremento del 28% solo nel 2020. A questi attacchi si aggiungono inoltre quelli di phishing, social engineering, account compromessi, malware, e codici dannosi che diventano un pericolo per l’azienda.
Di seguito i sistemi particolarmente colpiti secondo il Rapporto dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica:
- Windows: segnalazioni su ransomware + 715%; exploit +405%; trojan bancari aumentati di sette volte rispetto al 2019.
- Android: trojan bancari +30%; aumentano anche i malware che inviano SMS.
- Dispositivi IoT: segnalazioni di attacchi +46%, di cui oltre il 55% per port scanning; il tentativo di furto di password è il 22% di tutti gli attacchi alla rete domestica.
- Posta elettronica: +18%; l’e-mail è il principale vettore per sferrare un attacco o una truffa per raccogliere informazioni sensibili relative agli utenti. Covid-19, viaggi e incontri on-line i principali argomenti utilizzati.
WHAT’S NEXT?
Nel 2021 si prevede un incremento della frequenza di attacchi cyber dovuti “all’utilizzo massivo” dello smart working. Il frequente utilizzo di dispositivi personali, e collegamenti a reti domestiche non adeguatamente protette, porterà a sua volta all’ aumento dei rischi.
Tutte le analisi confermano che siamo di fronte a una vera e propria “Pandemia Informatica” che non risparmia nessuno: aziende, enti pubblici, infrastrutture critiche, scuola e utenti privati.
La sicurezza informatica rappresenta dunque un fattore critico per il business che va attentamente tenuto sotto controllo. Questa esigenza è inoltre rafforzata dalla necessità di soddisfare i requisiti delle più recenti normative nazionali ed internazionali e dalle richieste dei clienti, sempre più attenti alla “resilienza” dei propri partner e fornitori.
RESI S.p.A